
Luigi, cosa significa volare?

Come ti sei avvicinato a questo
sport?
Qualche anno fa decisi di provare qualcosa di diverso ed emozionante, così mi informai per un’uscita in biposto. Preso della nuova esperienza sono stato subito travolto dal desiderio di rifarlo e rievocare quelle sensazioni di felicità, paura e curiosità. Mi
sono sorpreso della serenità che il pilota dimostrava, ma ancor più della
calma che si prova lassù, tra le nuvole. Il volo infatti non inizia con un
salto dall'aereo come per i paracadutisti, ma ci si solleva da terra con la
spinta del vento: la tranquillità arriva già alla partenza.
Quali emozioni provi da quando ti
alzi in volo a quando rimetti i piedi a terra?
Inizialmente ti senti carico, hai voglia di uscire e di decollare.
In partenza sei sempre un po’ emozionato, devi controllare tutta l’
attrezzatura e assicurarti che tutte le condizioni siano favorevoli. Una volta
partito esci alla scoperta, impari a conoscere la natura che ti circonda e
provi a raggiungere sempre nuovi obbiettivi. A volte invece sei costretto a
cambiare programma, scegliendo una nuova destinazione o modificando il modo di
volare. Spesso infatti il vento che soffia non è come te lo aspettavi: bisogna accettare le condizioni come ci si presentano. Poi, quando
rimetti i piedi a terra e guardi il cielo, pensi a quello che avresti potuto
fare o a cosa sarebbe stato meglio evitare. Ogni uscita si impara qualcosa di
nuovo.
La paura è una costante presente sempre nell'uomo. Tuttavia
quando un pilota inizia a migliorare, questa tende ad affievolirsi. Si tratta
di un’emozione molto soggettiva.
Quali sono i momenti tecnicamente
più difficili?
I momenti chiave per il volo sono il decollo e l’ atterraggio.
Bisogna prestare sempre attenzione per non incorrere in qualche pericolo.
Quando invece ti trovi a 1000 metri devi solo goderti lo spettacolo.
Quali sono i luoghi migliori sul
territorio per volare?

Mi racconti la tua prima uscita da
solo?
La prima uscita è stata davvero emozionante. Ero seguito
dall'istruttore tramite la radio mentre provavo a fare ciò che mi era stato insegnato e a ripetere i gesti degli istruttori. La gioia e l' orgoglio di quei momenti sono irripetibili: stavo facendo qualcosa che la natura ha privato all’
uomo dalla notte dei tempi: VOLARE!
Forse non tutti conoscono la differenza tra parapendio e deltaplano: in cosa differiscono?
Il parapendio ha la tipica forma a vela, è più semplice e
leggero. Inoltre è sprovvisto di parti rigide ed è facilmente ripiegabile in
una sacca di 15 kili. Il deltaplano invece è provvisto di uno scheletro in
carbonio con vela a delta. I mezzi sono diversi sia per conduzione che per
prestazione. Con il primo si raggiunge una velocità massima di 60 km/h, con il
secondo anche di 140 km/h in quanto si tiene una posizione molto più
aerodinamica.
Torniamo un po’ con i piedi per
terra: come rispondono le amministrazioni locali a questo sport particolare?
La regione è passata da una fase di quasi assoluto
disinteresse a un supporto significativo negli ultimi anni. Gemona, città dello Sport, ha in particolare contribuito a pubblicizzare la
nostra passione. Non solo il nostro comune, ma l’ intero comprensorio cerca di
supportare l' attività. Purtroppo i giovani, se pur sollecitati, non
rispondono ancora come ci si aspetterebbe. Tuttavia siamo fiduciosi! Le aspettative sono quelle di raggiungere i livelli di Austria e Slovenia, paesi nei quali l’ età media di chi pratica il volo a livello
agonistico è di circa 18 anni.
Qualche anno fa hai fondato l’
associazione VOLO LIBERO FRIULI. Un grande traguardo e un punto di partenza!
Cosa puoi dirmi a riguardo?
Ringraziamo Luigi per l' attenzione e la passione che ha dimostrato nella realizzazione dell'intervista; auguriamo a tutti i ragazzi del Volo Libero Friuli un 2014 ricco di soddisfazioni e divertimento in ciò che meglio fanno, volare!
Chiunque desideri seguire le avventure dei ragazzi, oltre a guardarli tra le nuvole, può trovarli su Facebook alla pagina VOLO LIBERO FRIULI o sul sito http://www.vololiberofriuli.it/
A cura di Lorenzo Aita, Liceo Scientifico Luigi Magrini
A cura di Lorenzo Aita, Liceo Scientifico Luigi Magrini
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