venerdì 3 gennaio 2014

Volo Libero Friuli

Tutti quanti da bambini siamo rimasti almeno una volta a bocca aperta, gli occhi al cielo con la testa che seguiva quelle ombre a spicchio muoversi tra batuffoli di nuvole. Luigi Seravalli, appassionato di volo, ci racconta la sua esperienza FUORI DAL COMUNE!




Luigi, cosa significa volare?

Il volo è una disciplina sportiva sicuramente meno conosciuta rispetto ad altre, come il calcio o il tennis. Si tratta di una attività individuale nella quale, una volta staccati i piedi da terra, ci si immerge completamente nella natura. Le uscite poi sono sempre diverse l’una dall'altra: pur volando sempre nello stesso luogo, le condizione ambientali cambiano in ogni occasione.  Si tratta di uno sport FUORI DAL COMUNE proprio perché offre possibilità ed emozioni uniche.


Come ti sei avvicinato a questo sport?

Qualche anno fa decisi di provare qualcosa di diverso ed emozionante, così mi informai per un’uscita in biposto. Preso della nuova esperienza sono stato subito travolto dal desiderio di rifarlo e rievocare quelle sensazioni di felicità, paura e curiosità. Mi sono sorpreso della serenità che il pilota dimostrava, ma ancor più della calma che si prova lassù, tra le nuvole. Il volo infatti non inizia con un salto dall'aereo come per i paracadutisti, ma ci si solleva da terra con la spinta del vento: la tranquillità arriva già alla partenza.


Quali emozioni provi da quando ti alzi in volo a quando rimetti i piedi a terra?

Inizialmente ti senti carico, hai voglia di uscire e di decollare. In partenza sei sempre un po’ emozionato, devi controllare tutta l’ attrezzatura e assicurarti che tutte le condizioni siano favorevoli. Una volta partito esci alla scoperta, impari a conoscere la natura che ti circonda e provi a raggiungere sempre nuovi obbiettivi. A volte invece sei costretto a cambiare programma, scegliendo una nuova destinazione o modificando il modo di volare. Spesso infatti il vento che soffia non è come te lo aspettavi: bisogna accettare le condizioni come ci si presentano. Poi, quando rimetti i piedi a terra e guardi il cielo, pensi a quello che avresti potuto fare o a cosa sarebbe stato meglio evitare. Ogni uscita si impara qualcosa di nuovo.


Resta sempre un po’ di paura?

La paura è una costante presente sempre nell'uomo. Tuttavia quando un pilota inizia a migliorare, questa tende ad affievolirsi. Si tratta di un’emozione molto soggettiva.


Quali sono i momenti tecnicamente più difficili?

I momenti chiave per il volo sono il decollo e l’ atterraggio. Bisogna prestare sempre attenzione per non incorrere in qualche pericolo. Quando invece ti trovi a 1000 metri devi solo goderti lo spettacolo.


Quali sono i luoghi migliori sul territorio per volare?

Il monte Quarnan e il monte San Simeone sono posti riconosciuti da piloti molto importanti,  i quali apprezzano le caratteristiche del luogo per le diverse possibilità che offre: il primo è adatto  a voli in cui si presta più attenzione alla distanza da percorrere, il secondo, invece, consente di rilassarsi e ammirare il paesaggio, arricchito dalla presenza del lago, fondamentale per chi desidera cimentarsi in voli acrobatici.


Mi racconti la tua prima uscita da solo?

La prima uscita è stata davvero emozionante. Ero seguito dall'istruttore tramite la radio mentre provavo a fare ciò che mi era stato insegnato e a ripetere i gesti degli istruttori. La gioia e l' orgoglio di quei momenti sono irripetibili: stavo facendo qualcosa che la natura ha privato all’ uomo dalla notte dei tempi: VOLARE!


Forse non tutti conoscono la differenza tra parapendio e deltaplano: in cosa differiscono?

Il parapendio ha la tipica forma a vela, è più semplice e leggero. Inoltre è sprovvisto di parti rigide ed è facilmente ripiegabile in una sacca di 15 kili. Il deltaplano invece è provvisto di uno scheletro in carbonio con vela a delta. I mezzi sono diversi sia per conduzione che per prestazione. Con il primo si raggiunge una velocità massima di 60 km/h, con il secondo anche di 140 km/h in quanto si tiene una posizione molto più aerodinamica.


Torniamo un po’ con i piedi per terra: come rispondono le amministrazioni locali a questo sport particolare?

La regione è passata da una fase di quasi assoluto disinteresse a un supporto significativo negli ultimi anni. Gemona, città dello Sport, ha in particolare contribuito a pubblicizzare la nostra passione. Non solo il nostro comune, ma l’ intero comprensorio cerca di supportare l' attività. Purtroppo i giovani, se pur sollecitati, non rispondono ancora come ci si aspetterebbe. Tuttavia siamo fiduciosi! Le aspettative sono quelle di raggiungere i livelli di Austria e Slovenia, paesi nei quali l’ età media di chi pratica il volo a livello agonistico è di circa 18 anni.


Qualche anno fa hai fondato l’ associazione VOLO LIBERO FRIULI. Un grande traguardo e un punto di partenza! Cosa puoi dirmi a riguardo?


L’ associazione VOLO LIBERO FRIULI nasce nell'Aprile 2010 con l’ intento di diffondere la nostra passione nel territorio. Non siamo stati i primi: esisteva già l’ associazione storica ALI LIBERE GEMONA. Consapevoli del nostro obbiettivo, abbiamo affittato un terreno a Bordano, un bus navetta per il trasporto di turisti e avviato dei corsi per principianti che mancavano da 10 anni! Poi abbiamo iniziato ad organizzare gare ed eventi! Il primo anno ci siamo impegnati ad ospitare competizioni regionali, dal secondo invece abbiamo iniziato con il CAMPIONATO ITALIANO DELTAPLANI. L’ ultima estate siamo riusciti ad organizzare una gara di Coppa del Mondo di acrobazie in parapendio, unica tappa in Italia, alla quale hanno partecipato atleti di tutto il mondo.

Ringraziamo Luigi per l' attenzione e la passione che ha dimostrato nella realizzazione dell'intervista; auguriamo a tutti i ragazzi del Volo Libero Friuli un 2014 ricco di soddisfazioni e divertimento in ciò che meglio fanno, volare!

Chiunque desideri seguire le avventure dei ragazzi, oltre a guardarli tra le nuvole, può trovarli su Facebook alla pagina VOLO LIBERO FRIULI o sul sito http://www.vololiberofriuli.it/

A cura di Lorenzo Aita, Liceo Scientifico Luigi Magrini


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